Come e triste Venezia sotto il peso di Bezos

Ma si tiene a galla con le tette galleggianti della sposa
dalla voce redazionale – testimone involontaria del naufragio della sobrietà

C’erano a Venezia, il Canal Grande e un certo senso della misura.
Ora c’è ancora il Canal Grande imbrattano da costoso senso del ridicolo.
Venite siorri e siorre, che lo spettacolo abbia inizio: è arrivato Jeff Bezos in barca, accompagnato da un caravanserraglio americanòide e la sua nuova sposa che pare scolpita da un chirurgo plastico in crisi d’astinenza.
Il matrimonio, inutile dirlo, non è stato un matrimonio ma un privatisssssssimo evento..
Una manovra di branding sentimentale, una specie di spot per la felicità in versione full-HD. E Venezia, astutamente si è prestata così galante, barocca, complice, un po’ meretrice e un po’ Madonna, come piace ai miliardari.

La cerimonia: un mix tra Eyes Wide Shut e Vogue Italia con la febbre

Gli invitati? parliamone! una passerella di bronzei ricconi, influencer, ex-umani.
Tutti con occhiali da sole anche di notte, come se la realtà fosse una cosa da cui proteggersi.
La sposa – Lauren Sánchez, ex giornalista, ex ragazza, ex 55 enne, ora entità levigata – è apparsa raggiante, imbozzolata in un virginale abito bianco dai mille bottoni con le  tette ancorate al petto frutto di un costosa “rinfrescatina” chirurgica.
Sembravano cosi trattenute le “candide bambine” ingabbiate, domate… ma pronte a staccarsi e prendere il largo nei canali, come piccole gondole autonome.
Non una lacrima, non una ruga, non un dubbio, solo zigomi tirati a lucido e labbra che, se osassero una risata vera, rischierebbero di sparare i perfettissimi e candidi denti come proiettili micidiali.

Bezos: l’amore Prime

Bezos, invece, finalmente era raggiante.
Con quella sua nuova testa da villain Marvel e lo sguardo di chi sa che può ordinare l’eternità su Prime e riceverla in 24h.
“Ti amerò finché i droni non ci separino.”
E Venezia, scroccona, applaude.
Anzi: Venezia monetizza, conta i schei e si consegna come pacco regalo con fiocco d’oro.
C’è qualcosa di sacro in cotesto matrimonio?
Sì, il budget.

Post-sentimento in alta definizione

Non è (solo) invidia. Giuro!
È che c’è qualcosa di profondamente comico e vagamente distopico nel vedere due simulacri d’amore recitare la parte dei sentimenti in una città che galleggia e pian piano affonda.
Lui “macho di ritorno” dalla camicia immobile, perfettamente stirata dall’intelligenza artificiale.
Lei con il décolleté che sfida le leggi di Archimede e della coerenza emotiva.

Cosa resterà?

Un paio di foto su Instagram, due meme e forse un’altra barzelletta tragicomica su cos’è diventato l’amore nel XXI secolo.
Non un viaggio, non una trasformazione.
Solo un selfie con sfondo laguna.
E Venezia?
Lei galleggia, barcolla ma per nostra fortuna non affonda, la tengono su le protesi della sposa, come boe siliconiche del nuovo romanticismo globale.
Ma dentro… affonda lo stesso.

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