Storia di comuni banalita sui siti letterari ( escluso questo) dove le regole vengono disattese per un clik in piu
Nacque come becchino (o beccamorto). Triplonio si chiamava.
Nessuno ricordava il suo vero nome, ma lui sì: Nomen nescio, sed ego me novi.
Cambiava personalità ogni tre ore, come si cambia il lenzuolo su un cadavere che non vuole riposare.
“O tempora, o mores!“, sospirava.
Ma era nel digitale che Triplonio scavava le fosse più profonde.
Di giorno sfogliava annunci funebri dal cellulare, nascosto dietro il telo viola del carro funebre.
Di notte, davanti a un PC nero come la pece, vergava epitaffi con dita ossute, fredde come metafore dimenticate in frigo.
Più il syngrapheus creava, più il pseudokritikos lo esaltava
Sotto ogni lapide virtuale lasciava almeno tre firme con nomi diversi: una di lode, una di critica, una di ammirazione verso se stesso.
Era l’unico epitaffista, lettore e commentatore compulsivo del proprio io.
Quando lo smascheravano, piagnuccolava: “Chi vi ha messo contro di me?”
Come se la colpa fosse dell’alfabeto.
“Errare humanum est, perseverare Triplonionis!”
Aveva litigato con mezzo mondo.
L’altra metà lo ignorava, con dignità.
Tutti ormai sapevano che Triplonio, nonostante il nome pomposo, mutava identità come mutano i fiori secchi sulle tombe abbandonate.
I suoi numerosi detrattori erano venuti in contatto con molte delle sue identità: PoietoMante. BecchinoMetrico. A_Mortis.
Qualcuno sperava fosse solo un algoritmo scritto male, ma non era così.
La redazione comunale, informata dei fatti, non confermava.
Lo teneva buono come si conserva una reliquia sfatta oppure una minaccia ridicola.
Sulla bacheca pubblica si leggeva un motto in un latino finto e rassicurante: In commento veritas.
Pur di essere notato, avrebbe venduto bara e lapide di nonna Triplonia, buon’anima, in super offerta speciale.
Si vociferava l’avesse già fatto sulla Gazzetta Funebris: “Legno massello, poco usata. Chiodi intatti. Includo firma autografata su pietra. Offerta rivolta solo ai poeti maledetti. Niente neoclassici. Donne incluse.”
“Caveat emptor!”, borbottava, ma solo tra sé.
A quel punto il paese insorse.
Alcuni smisero di partecipare alle assemblee pubbliche, di seppellire i versi con i dovuti onori, di comperare lapidi e pagare le tasse.
Altri iniziarono a borbottare in greco antico, usando emoji in lutto.
Lui scrollò le spalle: “Il dolore ha una metrica imperfetta. Imparatela!”
“Dura lex, sed lex”, aggiungeva con un ghigno.
Fu talmente preso da sé stesso che commentò dal camposanto durante la funzione del 2 novembre.
Poi scomparve.
Si narra andò ad autodenunciarsi sotto falso nome.
Rientrò sei minuti dopo come Triplonio-Cadavrex, poi come TR1PL0NIO_bis e infine di nuovo come A_Mortis, con foto di Baudelaire ritoccata, falce e occhiali da sole.
Pubblicò subito un epitaffio senza titolo, con una semplice frase:
“Scrivo per non essere sepolto, anche se me lo merito.”
Sotto comparvero i soliti tre commenti:
-Triplonio-Cadavrex: “Mi ha trafitto… ma solo perché ero già defunto.”
–A_Mortis (una delle sue maschere preferite): “Verso perfettamente tumulato.”
– TR1PL0NIO_bis: “Toccante. Come un colpo di pala sul piede.”
Da allora iniziò a litigare con chiunque con maggiore convinzione, sibilando e ululando come maestrale tra i loculi.
“Ad maiora!” urlava ai suoi detrattori.
Si lodava e sbrodolava con la grazia di un rospo.
La sua vanità era ormai un virus, un foruncolo maturo sul mento, inarrestabile, evidentissima: Vanitas vanitatum, et omnia hashtag.
Infettò persino la propria agenzia funebre che si riempì di bolle, scrivendo contro sé stesso e a favore di sé medesimo.
Poi, di nuovo, il silenzio.
Tre giorni e tre notti.
Senza un fiato, un rigo, un peto.
La città finalmente respirava: Silentium est responsum.
Ma non scomparve mai davvero.
Preferì moltiplicarsi.
Si travestì da sé stesso, tornò sotto altri nomi, anche femminili, e da allora infestò le bacheche altrui con applausi trilingui, più e meglio di prima, ogni giorno e mezzo, al massimo due, qualche volta tre,
Indefesso. Incrollabile. Senza pudore.
Semper nobiscum.
Nota finale (extra racconto):Hoc est, nisi futura provocatio clarissima eveniat, scriptum ultimum de spiritibus digitalibus multiplicibus.
Triplonio tamen, ut aiunt veteres, redire potest.
Nam mortem elusit, et oblivionem recusat.
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