Bora d’estate, una bestia cieca…

Bora –
una bestia cieca scende dal Carso,
affila i denti sull’asfalto.

Il sole a picco è
un dio impazzito che inchioda le ombre,
le cuoce vive.

Erba secca-
ossa gialle sotto il tallone del vento.
Scricchiola
implora l’acqua
a un cielo di cobalto.

Silenzio –
un silenzio marcio di luce,
immobile come una bocca aperta
senza respiro.

Tutto arde.
Tutto trattiene il fiato.

Questa estate infucata è
una gabbia di fuoco
dove il tempo si disossa da sé.

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2 commenti su “Bora d’estate, una bestia cieca…”

  1. Anche questa tua è una bella poesia, ricca di immagini, che restituisce perfettamente le sensazioni che vuol trasmettere, direi in maniera “tangibile”.
    Solo un paio di commenti.
    Avrei strutturato diversamente i versi per rendere più fluida e musicale la lettura. Un esempio:

    “Il sole a picco
    è un dio impazzito
    che inchioda le ombre
    le cuoce vive.”

    E non avrei ripetuto la parola “silenzio”…
    Personalmente avrei usato al secondo verso la parola “quiete”, che poi è femminile come “bocca”.

    “Silenzio –
    una quiete marcia di luce
    immobile come una bocca aperta
    senza respiro.”

    Ma detto questo, rimane una bella poesia e sono felice che tu l’abbia condivisa.
    Con affetto, Paula

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