Bora –
una bestia cieca scende dal Carso,
affila i denti sull’asfalto.
Il sole a picco è
un dio impazzito che inchioda le ombre,
le cuoce vive.
Erba secca-
ossa gialle sotto il tallone del vento.
Scricchiola
implora l’acqua
a un cielo di cobalto.
Silenzio –
un silenzio marcio di luce,
immobile come una bocca aperta
senza respiro.
Tutto arde.
Tutto trattiene il fiato.
Questa estate infucata è
una gabbia di fuoco
dove il tempo si disossa da sé.
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Anche questa tua è una bella poesia, ricca di immagini, che restituisce perfettamente le sensazioni che vuol trasmettere, direi in maniera “tangibile”.
Solo un paio di commenti.
Avrei strutturato diversamente i versi per rendere più fluida e musicale la lettura. Un esempio:
“Il sole a picco
è un dio impazzito
che inchioda le ombre
le cuoce vive.”
E non avrei ripetuto la parola “silenzio”…
Personalmente avrei usato al secondo verso la parola “quiete”, che poi è femminile come “bocca”.
“Silenzio –
una quiete marcia di luce
immobile come una bocca aperta
senza respiro.”
Ma detto questo, rimane una bella poesia e sono felice che tu l’abbia condivisa.
Con affetto, Paula
Grazie Paula sono suggerimenti prezziosissimi per me.
Te ne sono grata.
Bacio