Il muschio si stende,
pietra dopo pietra,
cuscino che soffoca
con respiro umido.
Un fungo si leva,
cappello rosso gonfio,
lanterna che non illumina,
orecchio che spia.
Lo scoiattolo, scheggia di ruggine,
scuote l’aria nocciola
e svanisce.
Risata breve nel silenzio.
Il sottobosco odora di muffa.
Rami torti, ossa vive,
scricchiolano al cielo
parole spezzate.
La luce cola in polvere d’oro.
Non carezza:
punge più del sangue.
E io sono qui,
inerme,
mentre tutto mi osserva
e incide sulla mia pelle
il suo canto più antico.
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La dolcezza di una favola in versi semplici ma incisivi, ci si immerge completamente nell’atmosfera descritta.. molto apprezzata